LA SANITÀ PUBBLICA IN TOSCANA È DA ANNI IN CRISI , con un pericoloso disavanzo strutturale certificato dai 500 milioni di euro mancanti nelle casse del bilancio pubblico, frutto non solo di sprechi e di sperperi ma principalmente dovuto alle pessime linee di politiche gestionali perseguite dall’attuale Presidente della Regione Giani, dai suoi predecessori e dai Direttori Generali, scelti in base esclusiva alla loro affidabilità ai delicati equilibri di potere tra la politica, la massoneria e lobbies economiche a carattere speculativo, che hanno fatto diventare il diritto alla salute carta straccia e solo business.
IL RISULTATO È CHE IL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO IN TOSCANA NON È IN GRADO DI DARE UNA RISPOSTA AL BISOGNO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE, nonostante che questo sia stato devastato dalle politiche di privatizzazione, esternalizzazione, appalti e sub appalti, contenimento della spesa per il personale, aumento della precarizzazione e cessione di mano d’opera alle agenzie private del lavoro, chiusura di ospedali e servizi di prossimità a favore dell’accentramento e della nascita come funghi di case di cura, residenze socio sanitarie, laboratori analisi, diagnostici e riabilitativi, centri privati multiservizi e il famoso mondo della sussidiarietà, gestito dalle potenti corporazioni del volontariato ”sociale”!!!
L’INCAPACITÀ DI FAR FRONTE AL FABBISOGNO DEL SISTEMA SANITARIO NON È STATO DENUNCIATO SOLO DAI COBAS, MA ANCHE DALLA STESSA CORTE DEI CONTI CHE POCHE SETTIMANE FA BOCCIA LA GIUNTA REGIONALE TOSCANA PER LE LUNGHE LISTE DI ATTESA E I RITARDI NEL RECUPERO DELLE STESSE.
Il colpo di scure al deficit della sanità in Toscana è infine arrivato dal Governo Meloni che assegna alla stessa regione meno risorse di quelle necessarie a far pareggiare i conti, questo per significare che né alla destra né alla cosiddetta sinistra interessa il funzionamento della sanità pubblica, né tanto meno il rispetto della Costituzione in materia del diritto alla salute.
La media Europea del finanziamento della sanità pubblica è dell’8,3% del PIL mentre in Italia arriva al 6,5% del PIL con la conseguenza che nel nostro Paese aumenta la sanità privata, con una spesa media di 1.800 euro l’anno per nucleo familiare utilizzati per esami, visite specialistiche, farmaci non mutuabili. In Italia circa un milione di nuclei familiari si impoveriscono a causa delle spese sanitarie e molti di loro finiscono per non curarsi.
L’Italia spende un settimo di quanto sarebbe necessario. Quello che servirebbe per mantenere un SERVIZIO NAZIONALE PUBBLICO UNIVERSALISTICO, SOLIDARISTICO ed EQUO, oltre ai 10 miliardi l’anno per 5 anni in modo da recuperare i tagli degli anni passati (dal 2020 ad oggi), sono necessari ulteriori 5 miliardi l’anno.
IL DURISSIMO GIUDIZIO DELLA CORTE DEI CONTI DATO AI VERTICI REGIONALI ARRIVA PROPRIO GRAZIE AD UNA INCHIESTA “…che certifica le difficoltà del sistema sanitario regionale
nell’assorbire le richieste dei pazienti con una dura critica all’inefficienza del Cup, il sistema di prenotazione, e all’impatto del «no show», l’alto numero di appuntamenti disponibili ma non messi a disposizione all’utenza in tempi adeguati. I giudici rilevano «purtroppo persistenti disfunzioni del sistema nel garantire il generalizzato e tempestivo accesso alle prestazioni sanitarie» e invitano la Toscana a «un più sollecito impiego dei finanziamenti statali destinati allo scopo dalla legge di stabilità per il 2019 che la Regione ha già totalmente incassato, ma che alla fine del 2021 risultavano quasi del tutto inutilizzati per la realizzazione delle infrastrutture informatiche…”.
MA I PROBLEMI NON FINISCONO QUI. La carenza del 25% degli organici, il forte turn –over dovute ai pensionamenti, dimissioni volontarie , lunghe malattie non solo nei Pronti Soccorso o nella medicina d’emergenza, ma anche nei reparti di degenza nelle aree delle diverse discipline chirurgiche e mediche, nelle sale operatorie, nelle terapie intensive, oncologia, dialisi, servizi di diagnosi e cura psichiatrica, nei laboratori analisi e reparti radiologici, così come nei servizi territoriali, domiciliari e distrettuali con le varie specialistiche ambulatoriali, compresi i servizi amministrativi, sono anche il frutto di scelte politiche e di improvvide e subalterne linee sindacali tenute nei tavoli consociativi regionali proprio, oltre che dal ceto politico, anche da CGIL CISL UIL.
Proprio a CGIL CISL UIL spetta il vergognoso risultato non solo di aver sottoscritto un CCNL (contratto nazionale di lavoro) bidone ma di perseguire una mortificante moderazione salariale, appoggiando le continue violazione dei diritti, le politiche di flessibilità e la costante violazione in materia di prevenzione, salute e sicurezza.
MANCANO SALARI EUROPEI, OLTRE IL 40% DI MENO, E AVANZA UN ATTACCO AL SALARIO DOVUTO NON SOLO ALL’INFLAZIONE MA A PESSIME POLITICHE SINDACALI RIVENDICATIVE, AL CONTRARIO DI COME È AVVENUTO IN GRAN BRETAGNA, FRANCIA E DANIMARCA DOVE ATTRAVERSO UNA MOBILITAZIONE GENERALE SONO STATI PERSEGUITI SCIOPERI GENERALI E L’APERTURA DI CONFLITTI DI CLASSE.
Il drammatico blocco delle assunzioni in Toscana, l’aumento della precarizzazione e i mancati aumenti retributivi, continuamente negati dai fautori del DEFICIT e del consociativismo sindacale, renderà impossibile non solo la diminuzione delle liste di attesa ma anche le riforme di integrazione e potenziamento delle cure domiciliari, sviluppo della sanità di iniziativa e presa in carico sul territorio dei soggetti più fragili, degli anziani, delle marginalità sociali e dei cittadini, che ancora compartecipano in modo esoso alla spesa sanitaria pubblica.
Per i COBAS occorre non solo invertire la rotta rompendo le politiche di moderazione salariale, di flessibilità, precarizzazione e blocco delle assunzioni, ma anche rivendicare e riprendersi il diritto alla salute perseguendo la difesa della sanità pubblica attraverso una mobilitazione generale e l’apertura di un conflitto sociale non solo contro il governo delle destre ma anche contro quel centro sinistra che persegue politiche liberiste sulla pelle dei lavoratori e cittadini come in Toscana.
Firenze 12 maggio 2023
COBAS LAVORO PUBBLICO USL TOSCANA CENTRO