Nel giorno della Festa padronale, gli educatori presidiano il Comune che mai ha risposto alle nostre denunce
La chiusura delle scuole per gli Educatori non è un momento di ferie e riposo, ma di preoccupazione. I lavoratori infatti vengono pagati solo da settembre a giugno, poco importa che le persone vivano anche a luglio e ad agosto.
Gli Educatori operano al fianco di bambini e ragazzi con fragilità, permettendogli di uscire dell’isolamento per entrare in relazione con classe e con il resto della società, eppure la loro professionalità e umanità vale poco meno di nove euro l’ora e, a peggiorare la situazione, c’è il mancato pagamento in caso di chiusura della scuola e durante il periodo estivo.
Si lavora per il Pubblico, in strutture pubbliche senza mai essere dipendenti pubblici, con appalti ogni volta al ribasso, sotto cooperative con cui è difficile ogni forma di dialogo.
Nonostante il ruolo fondante e insostituibile degli Educatori, il Comune rifiuta, senza neanche degnarci di una risposta, qualsiasi incontro che inizi la strada della stabilizzazione, per arrivare, come è giusto, ad essere assunti direttamente nel Pubblico, Comune o Regione che sia.
Per questo abbiamo scelto la festività di Santa Rosa per gridare al Comune e a tutta la città la nostra rabbia per le condizioni degradanti in cui siamo costretti.
Senza un incontro e la volontà di aprire un percorso non fermeremo la lotta
Aurelio Neri
responsabile COBAS Sanità Viterbo